di Marco Martini 

Il Fabbro, uno dei mestieri più antichi che ancora oggi esiste, figura sempre vista sia nelle vesti di chi fabbricava le armature o ferrava i cavalli ed addirittura, nel novecento, facciata delle nostre vecchie 50 lire…
In Oltrarno, insieme alle innumerevoli botteghe artigiane, potevi passando sentire il rumore del martello sull’incudine mentre il mastro dava forma alle sue creazioni. E proprio in questo quartiere mio padre Fabio Martini, ma che tutti conoscevano come Zorro, decise subito dopo l’alluvione di avviare la sua bottega. Già la Bottega, un fondo in via dell’Orto dove entrando trovavi sulla destra il bancone da lavoro con martelli pinze ed altri arnesi fatti a mano per modellare quelle barre dritte di ferro nero che invece stavano disposte divise per misura in una rastrelliera attaccata alla parete di fronte. Dietro un po’ più nascosto, quasi a mantenere
qualche segreto del mestiere, il banco per la saldatura, la troncatrice per tagliare e la forgia con la sua cappa e l’incudine sul ceppo. La polvere di ferro invece potevi scorgerla un po’ ovunque ti cadesse lo sguardo ma non stonava con l’ambiente ordinato. Affacciandoti dalla vetrina verso la strada potevi vedere gli altri artigiani intenti nel proprio da fare oppure sugli usci a ragionare tra di se o con qualche signora anziana, che per passare un po’ di tempo, se ne stava seduta sulla seggiola impagliata sul marciapiede.
Per me e mio fratello la bottega è stata ogni tanto un doposcuola e quasi sempre un centro estivo, perché ogni anno a metà giugno che tu fossi bocciato a scuola o passato con dei buoni voti, iniziava il lavoro prima delle vacanze. Sì perché a casa nostra in ferie si andava tutti insieme e d’agosto e siccome i genitori lavoravano e non volevano nel frattempo avere pensiero per noi a girelloni per la città, il dare una mano a bottega era la scusa buona (per loro).
Non è un caso che finiti gli studi sia io che lui inizialmente abbiamo fatto un lavoro del tutto diverso. Ma poi si sa, si cresce e crescendo si fanno sogni, progetti e quale miglior occasione per realizzare le proprie idee o dare forma alla propria fantasia se non in una bottega artigiana, dove puoi esprimerti in libertà, dove non finisci mai di imparare, dove però non devi neanche aver paura di sporcarti le mani e durare fatica.
Oggi la nostra bottega è in via de’ Camaldoli, poco lontana da prima, sempre nel nostro quartiere, l’Oltrarno fiorentino. Passando puoi vedere la nostra insegna “Fratelli Martini” con l’incudine in bella mostra e se ti affacci alla vetrina e guardi dentro potrai riassaporare vecchi ricordi, vedendo a terra il vecchio pavimento originale di pietra, vecchi utensili e macchinari da lavoro e due ragazzi con i guanti di pelle ed il grembiale di cuoio che ancora oggi fanno con orgoglio quell’antico mestiere del Fabbro che loro padre gli ha insegnato.

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