Ancora non sappiamo se è più antica la Festa del grillo o la stessa Firenze.
Nei documenti storici, infatti, si possono trovare dei documenti ufficiali dove si narra che il popolo fiorentino era solito recarsi alle Cascine – che per l’occasione venivano eccezionalmente aperte al pubblico – il giorno dell’Ascensione. Erano i tempi del Granducato di Toscana.
In quel giorno di festa le carrozze granducali delle famiglie più importanti della città
attraversavano il parco e festeggiavano insieme ai cittadini l’Ascensione. Solo in tempi più recenti venne introdotta l’usanza di acquistare una gabbietta colorata contenente un piccolo grillo, trasformando questo giorno di festa in uno degli eventi più attesi dai piccoli fiorentini. Sulle origini, non ci sono né date esatte né significati chiari. Esistono, infatti, due differenti versioni sulla nascita della festa del grillo. La prima sostiene che l’evento rappresenti una vera e propria celebrazione dell’insetto canterino, considerato un portafortuna nonché simbolo della primavera stessa.
Secondo altri, invece, la festa sarebbe nata per ridurre il numero di grilli presenti, ritenuti
assolutamente nocivi e dannosi per le campagne e i raccolti. Presentandosi in orde massicce,
l’insetto invadeva le colture e costituiva una grave calamità per gli agricoltori della zona.
Un’ipotesi avallata anche dallo storico del ‘500 Agostino Lapini, che nel suo “Diario Fiorentino”
scrive: “A’ dì 8 di luglio 1582, nel popolo di San Miniato a Strada (…) vi comparse tanta e sì grande quantità di grilli che divororno ogni cosa; di maniera che si comandò a parecchi populi di detto
paese che andassino a ammazzargli, e vi si ragunorno più di mille uomini (…). Morironsi detti grilli, se non tutti la maggior parte.
Con la fine del vecchio millennio il Comune di Firenze ha varato un regolamento a tutela degli
animali, ha vietato la vendita di grilli veri, che sono stati sostituiti con delle riproduzioni inserite
nelle tradizionali casette colorate.
Personalmente ho tantissimi ricordi personali legati a questa festa.

Mi recavo alla festa con i miei genitori, posteggiavamo alla Passerella la Panda 45 coloro crema con Bimbo Mix sparato a tutto volume e ci incamminavamo verso il canto dei grilli.
La mia casetta era sempre gialla col tetto rosso, compravamo il grillo e tornavamo in Via Romana dove abitavamo. Non distoglievo mai lo sguardi dal quel buffo insetto che puntualmente quando lo guardavo non cantava, forse gli ero antipatico.
Lo piazzavo sulla finestra di camera e la stessa notte, dopo aver visto che non mangiava l’insalata, lo liberavo.
Quando credevo di aver fatto la cosa più giusta, arrivava un enorme geco che lo mangiava.
Piangevo, piangevo, ma ogni anno ero presente.
Una delle Feste più belle della mia infanzia. Chissà perché…
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